La Via Spluga
Era da un po' di tempo che avevamo intenzione di fare un cammino a lunga percorrenza, di quelli con lo zaino in spalla, senza il camper, per capire come avremmo reagito su uno più impegnativo come il #camminodisantiago, e l'occasione si è presentata quando abbiamo scoperto grazie a #myfileintrek che a due passi da casa esisteva un itinerario di 5gg, che poteva essere personalizzato ed organizzato direttamente dall'ufficio turistico di #chiavenna. Ecco allora l'idea: facciamo una prova, un test di come sarebbe potuto essere fare un cammino di 800Km facendone solo 80 e con la possibilità, all'evenienza, di accorciare la tappa prendendo l'autobus, sempre disponibile durante il tragitto. Praticamente una pacchia, una prova generale per testare equipaggiamento ed organizzazione.
Dopo aver letto e riletto tutte le informazioni contenute sul sito ufficiale www.viasluga.com abbiamo contattato l'ufficio dell'APT di Chiavenna che ha organizzato tutto il tour prenotando le strutture alberghiere ed i musei lungo il percorso. Sono servite giusto un paio di mail per decidere dettagli tipo il livello di sistemazione per la notte, che incide sul costo per la maggio parte, specie per la sezione Svizzera, e altri tipo il trasporto dei bagagli, ed trattamento di mezza o pensione completa.
Il pranzo è sempre servito al sacco, ed è una soluzione vincente perché prima di partire, al mattino, non bisogna sbattersi a trovare alimentari o supermercati per prepararsi i panini. Peggio sarebbe anche perdere ore lungo il percorso in una trattoria o stube, sempre che capiti a tiro proprio all'ora di pranzo. Noi abbiamo scelto la mezza pensione, perché volevamo essere indipendenti e magari girarci i paesini la sera. In realtà non ci sono molte alternative, salvo Chiavenna, quindi abbiamo sempre cenato nella struttura dove dormivamo, anche perché a fine tappa la stanchezza si faceva sentire e la voglia di fare altre passeggiate extra non c'è mai stata: quindi consiglio n.1, optate per la pensione completa.
Un altra opzione offerta è il trasporto bagaglio da una tappa all'altra, ma noi, volendo provare equipaggiamento e materiali, non ne abbiamo usufruito.
In totale abbiamo organizzato un tour di 6 notti, compresa l'ultima a Chiavenna, per poter visitare con calma la cittadina il giorno seguente, incluso il Palazzo Vertemate Franchi a Piuro, e le Cascate dell'Acquafraggia, poco più avanti.
Alcuni escursionisti percorrono il tragitto in 4 tappe; si può fare, ma noi tempo l'avevamo ed abbiamo preferito visitare luoghi con calma, al solito nostro ritmo turistico. Inoltre ciò farà si che dovrete percorrere in un sol giorno tutto il tratto da Splügen ad Isola, concentrando nella stessa giornata la salita al Passo Spluga e la discesa della Gola del Cardinello, due due tratti più spettacolari, ma anche più impegnativi, dell'intero itinerario.
La vostra avventura inizierà per raggiungere il punto di partenza. Lasciata la macchina nel comodo parcheggio della stazione ferroviaria di Chiavenna, o scesi dal treno, bisogna prendere 2 corriere: la linea 561 da Chiavenna a Splügen, e poi la 541 da Splügen a Thusis. Una volta scesi in prossimità della funivia di Tambro, basterà attraversare la strada e prendere la seconda linea nella fermata sul lato opposto della strada. Il biglietto cumulativo si può fare direttamente presso la biglietteria della stazione di Chiavenna. Non preoccupatevi se la trovate chiusa, aprirà poco prima della partenza della corriera, nel pomeriggio.
Raggiunta Thusis nel tardo pomeriggio, vi verrà consegnato in albergo un pacchetto di benvenuto, contenete la cartina dell'intero percorso, e l'elenco di tutte le attrazioni e Musei che incontrerete lungo l'itinerario, tappa per tappa, ed i relativi voucher. Lo studio del percorso la sera prima per noi diventerà un rito quotidiano,
Il mattino seguente, impazienti, ci siamo incamminati avvolti da una nebbiolina che avvolgeva il paese, iniziando a muovere i primi passi lungo il sentiero. L'aspettativa e la trepidazione erano tante, anche perché era la nostra prima esperienza senza un approdo sicuro e fidato, che conoscevamo, ad aspettarci a fine giornata. Sembrerà strano, ma doversi affidare unicamente alle cose che si avevano nello zaino, solo a quelle che ci portavamo appresso era una sensazione nuova per noi.
Il percorso è segnato benissimo, e la cartina compresa nel pacchetto di benvenuto praticamente non l'abbiamo mai usata. Unico neo, è che la segnaletica pur sempre presente, riportando il paese successivo, e quello più grande che si incontrerà, non riporta mai il tempo di percorrenza, come invece avviene con la segnaletica del Club Alpino Italiano (CAI), alla quale siamo abituati in montagna, neanche nel tratto italiano. Questo, almeno nelle tratte più lunghe, fa si che sia difficile regolarsi nelle soste e nella possibilità di rifornirsi di acqua, o del tempo mancante all'arrivo.
La prima tappa della Via Spluga ci porta da Thusis a Zillis, attraverso la leggendaria gola della #viamala, e poi ad Andeer, la destinazione finale. Qui si può optare per un percorso cosiddetto "basso" con meno dislivello, oppure percorrere la cosiddetta Via Traversina ⛰, che conduce alle famose Gole della Via Mala, dove il Reno scorre selvaggio ed impetuoso tra rocce strette. Noi da bravi temerari abbiamo optato per la variante alta, percorrendo un tracciato che segue nel bosco il lungo il costone della montagna, a picco sulla gola sottostante. A Zillis stupefacente il soffitto dipinto della Chiesa 🕍 di San Martino, del XII secolo, formato da 153 tavole lignee rappresentanti la vita di Cristo.
Una volta arrivati ad Andeer, sperate che il vostro soggiorno sia all'Hotel Fravi, annesso ai Bagni Termali, dove potrete godere dei servizi direttamente dalla vostra camera d'albergo. Noi ci siamo sparati 2h di rigenerante relax 🏊🏻♂️nelle acque termali, che alla fine del primo giorno di 18Km di camminata, non è stato niente male.
Partiti da Andeer, si incontrano poco dopo le Cascate della Roffla 🌊. Situate alle spalle dell'Hotel Rofflaschlucht, si raggiungono percorrendo una spettacolare mulattiera ricavata a mano nella roccia, che si snoda tra impervie pareti di pietra stratificate e legate con malta, alternando semi-gallerie a tunnel intagliati nella roccia. Lo zaino di può tranquillamente lasciare dietro al bancone della biglietteria, all'interno dell'albergo. Ripreso il sentiero , si entra in un'abetaia 🌲, e si percorre un tracciato che costeggia la strada, andando su e giù lungo il corso del torrente. Poco dopo il Festungsmuseum Crestawald 🏯, ricavato all'interno di una fortezza rimasta segreta per 60 anni, ed ora visitabile, il sentiero si inerpica un ultima volta nel bosco, per poi uscire su una sterrata che porta a Sufers correndo a mezza costa, offrendoci una vista spettacolare su tutta la valle. Splügen è oramai all'orizzonte, e vi accoglierà con il suo aspetto tipico ed accogliente, fatto di strade acciottolate e le case in tipico stile walser.
La terza tappa della Via Spluga è quella culminante del tour, dove raggiungeremo il Passo dello Spluga, ed i sui 2115 metri di altitudine. Su una mappa militare romana appariva come una mulattiera, ed era chiamato "Passo dell'Orso". Dal 14° Sec. in poi, il Passo Spluga diventa una delle più rotte più conosciute che collegavano la Germania meridionale alle pianure lombarde. Questo tratto è quello più ricco di sedimenti storici, ancora percorribili, ma anche quello che nelle giornate soleggiate può risultare anche quello più faticoso, con maggiore dislivello. Quindi armatevi di pazienza, e passo costante, per affrontare al meglio la giornata. Tipicamente il fine tappa avviene nel piccolo abitato di Montespluga, ma all'epoca del nostro viaggio tutte le strutture erano al completo, e quindi siamo stati affidati alle cure del Rifugio Stuetta 🏕. Il che è stato un vantaggio il giorno successivo perché avevamo già percorso l'impervio tratto lungo il lago, ed equilibrato la percorrenza delle tappe. Niente di trascendentale per carità, ma da percorrere con attenzione: meglio affrontarlo dopo essersi riposati al Bar dell'Albergo Vittoria.
Lasciato il rifugio Stuetta, si comincia a scendere a valle. Il momento topico della giornata si raggiunge attraversando la spettacolare Gola del Cardinello. Lungo questo stretto passaggio transitava una delle vie che anticamente collegavano Campodolcino al Passo dello Spluga, ed il tratto più impervio è stato in parte scolpito nella roccia e discende avventurosamente nei pittoreschi paesi della Valle San Giacomo. Conosciuto già in epoca romana, da sempre chi affrontava questo percorso andava incontro ad enormi pericoli, e non a caso la strada del Cardinello era considerata il tratto più pericoloso e famigerato dell'itinerario che transitava dal Passo dello Spluga.
Isola fornisce un valida scusa per ristorarsi, e per tirare un sospiro di sollievo prima di affrontare l'ultimo tratto che seguendo il torrente Liro ci porta fino a Campodolcino. Prima di arrivare in albergo, fermatevi al MUVIS, il Museo della Via Spluga, un ottimo spazio espositivo per imparare le tradizioni del territorio che stiamo attraversando. Arrivati all'albergo, l'Alps Oriental Wellness Hotel, scopriamo con piacere che ha anche un percorso SPA, che alla fine della quarta tappa non può che essere benvenuto: si rivelerà uno dei migliori percorsi SPA guidati mai fatti!
L'ultima tappa della Via Spluga porta da Campodolcino, attraverso la Valle San Giacomo, fino a Chiavenna. Il primo tratto passa veloce fino alla piana di Vho, poi la valle si restringe, ed il sentiero in qualche tratto, in corrispondenza di antichi smottamenti, è più scassato. Ideale per la sosta pranzo le Cascate dello Spluga 🌊, poco prima dell'abitato di San Giacomo Filippo 🕌. Il paese di Chiavenna, all'uscita dalle valli val San Giacomo e Val Bregaglia è poco più avanti, ed era considerato un importante punto di sosta sin dall'epoca romana. Dopo esservi riposati, non mancare la cena in uno dei tipici Crotti..🧀.
Noi ne abbiamo provati due, uno consigliato dall'autista della corriera appena arrivati il primo giorno, il Crotto al Prato, ed uno l'ultima sera, ispirati dal suo aspetto romantico, per chiudere in bellezza, il Crotto Ombra.
Visto che avevamo deciso di pernottare a Chiavenna, abbiamo posticipato al giorno dopo la visita del Palazzo Vertemate Franchi, a Piuro, da non mancare assolutamente. Conviene prenotarla, se non altro per concordare l'orario. Visto che state in zona, consigliamo anche di visitare le Cascate dell'Acquafraggia, prima di rientrare a casa, sicuramente stanchi ma con la mente colma di sensazioni ed emozioni indimenticabili.
Per chi non se la sentisse di intraprendere in autonomia un percorso del genere, esiste anche la possibilità di percorrere quasi tutte le tappe sfruttando il proprio camper come rifugio per la notte, ed usare le precisissime autolinee locali per tornare o raggiungere il punto di partenza lungo tutto il percorso: Cammino & Campeggio!
Dopo aver letto e riletto tutte le informazioni contenute sul sito ufficiale www.viasluga.com abbiamo contattato l'ufficio dell'APT di Chiavenna che ha organizzato tutto il tour prenotando le strutture alberghiere ed i musei lungo il percorso. Sono servite giusto un paio di mail per decidere dettagli tipo il livello di sistemazione per la notte, che incide sul costo per la maggio parte, specie per la sezione Svizzera, e altri tipo il trasporto dei bagagli, ed trattamento di mezza o pensione completa.
Il pranzo è sempre servito al sacco, ed è una soluzione vincente perché prima di partire, al mattino, non bisogna sbattersi a trovare alimentari o supermercati per prepararsi i panini. Peggio sarebbe anche perdere ore lungo il percorso in una trattoria o stube, sempre che capiti a tiro proprio all'ora di pranzo. Noi abbiamo scelto la mezza pensione, perché volevamo essere indipendenti e magari girarci i paesini la sera. In realtà non ci sono molte alternative, salvo Chiavenna, quindi abbiamo sempre cenato nella struttura dove dormivamo, anche perché a fine tappa la stanchezza si faceva sentire e la voglia di fare altre passeggiate extra non c'è mai stata: quindi consiglio n.1, optate per la pensione completa.
Un altra opzione offerta è il trasporto bagaglio da una tappa all'altra, ma noi, volendo provare equipaggiamento e materiali, non ne abbiamo usufruito.
In totale abbiamo organizzato un tour di 6 notti, compresa l'ultima a Chiavenna, per poter visitare con calma la cittadina il giorno seguente, incluso il Palazzo Vertemate Franchi a Piuro, e le Cascate dell'Acquafraggia, poco più avanti.
Alcuni escursionisti percorrono il tragitto in 4 tappe; si può fare, ma noi tempo l'avevamo ed abbiamo preferito visitare luoghi con calma, al solito nostro ritmo turistico. Inoltre ciò farà si che dovrete percorrere in un sol giorno tutto il tratto da Splügen ad Isola, concentrando nella stessa giornata la salita al Passo Spluga e la discesa della Gola del Cardinello, due due tratti più spettacolari, ma anche più impegnativi, dell'intero itinerario.
La vostra avventura inizierà per raggiungere il punto di partenza. Lasciata la macchina nel comodo parcheggio della stazione ferroviaria di Chiavenna, o scesi dal treno, bisogna prendere 2 corriere: la linea 561 da Chiavenna a Splügen, e poi la 541 da Splügen a Thusis. Una volta scesi in prossimità della funivia di Tambro, basterà attraversare la strada e prendere la seconda linea nella fermata sul lato opposto della strada. Il biglietto cumulativo si può fare direttamente presso la biglietteria della stazione di Chiavenna. Non preoccupatevi se la trovate chiusa, aprirà poco prima della partenza della corriera, nel pomeriggio.
Raggiunta Thusis nel tardo pomeriggio, vi verrà consegnato in albergo un pacchetto di benvenuto, contenete la cartina dell'intero percorso, e l'elenco di tutte le attrazioni e Musei che incontrerete lungo l'itinerario, tappa per tappa, ed i relativi voucher. Lo studio del percorso la sera prima per noi diventerà un rito quotidiano,
Il mattino seguente, impazienti, ci siamo incamminati avvolti da una nebbiolina che avvolgeva il paese, iniziando a muovere i primi passi lungo il sentiero. L'aspettativa e la trepidazione erano tante, anche perché era la nostra prima esperienza senza un approdo sicuro e fidato, che conoscevamo, ad aspettarci a fine giornata. Sembrerà strano, ma doversi affidare unicamente alle cose che si avevano nello zaino, solo a quelle che ci portavamo appresso era una sensazione nuova per noi.
Il percorso è segnato benissimo, e la cartina compresa nel pacchetto di benvenuto praticamente non l'abbiamo mai usata. Unico neo, è che la segnaletica pur sempre presente, riportando il paese successivo, e quello più grande che si incontrerà, non riporta mai il tempo di percorrenza, come invece avviene con la segnaletica del Club Alpino Italiano (CAI), alla quale siamo abituati in montagna, neanche nel tratto italiano. Questo, almeno nelle tratte più lunghe, fa si che sia difficile regolarsi nelle soste e nella possibilità di rifornirsi di acqua, o del tempo mancante all'arrivo.
La prima tappa della Via Spluga ci porta da Thusis a Zillis, attraverso la leggendaria gola della #viamala, e poi ad Andeer, la destinazione finale. Qui si può optare per un percorso cosiddetto "basso" con meno dislivello, oppure percorrere la cosiddetta Via Traversina ⛰, che conduce alle famose Gole della Via Mala, dove il Reno scorre selvaggio ed impetuoso tra rocce strette. Noi da bravi temerari abbiamo optato per la variante alta, percorrendo un tracciato che segue nel bosco il lungo il costone della montagna, a picco sulla gola sottostante. A Zillis stupefacente il soffitto dipinto della Chiesa 🕍 di San Martino, del XII secolo, formato da 153 tavole lignee rappresentanti la vita di Cristo.
Una volta arrivati ad Andeer, sperate che il vostro soggiorno sia all'Hotel Fravi, annesso ai Bagni Termali, dove potrete godere dei servizi direttamente dalla vostra camera d'albergo. Noi ci siamo sparati 2h di rigenerante relax 🏊🏻♂️nelle acque termali, che alla fine del primo giorno di 18Km di camminata, non è stato niente male.
Partiti da Andeer, si incontrano poco dopo le Cascate della Roffla 🌊. Situate alle spalle dell'Hotel Rofflaschlucht, si raggiungono percorrendo una spettacolare mulattiera ricavata a mano nella roccia, che si snoda tra impervie pareti di pietra stratificate e legate con malta, alternando semi-gallerie a tunnel intagliati nella roccia. Lo zaino di può tranquillamente lasciare dietro al bancone della biglietteria, all'interno dell'albergo. Ripreso il sentiero , si entra in un'abetaia 🌲, e si percorre un tracciato che costeggia la strada, andando su e giù lungo il corso del torrente. Poco dopo il Festungsmuseum Crestawald 🏯, ricavato all'interno di una fortezza rimasta segreta per 60 anni, ed ora visitabile, il sentiero si inerpica un ultima volta nel bosco, per poi uscire su una sterrata che porta a Sufers correndo a mezza costa, offrendoci una vista spettacolare su tutta la valle. Splügen è oramai all'orizzonte, e vi accoglierà con il suo aspetto tipico ed accogliente, fatto di strade acciottolate e le case in tipico stile walser.
La terza tappa della Via Spluga è quella culminante del tour, dove raggiungeremo il Passo dello Spluga, ed i sui 2115 metri di altitudine. Su una mappa militare romana appariva come una mulattiera, ed era chiamato "Passo dell'Orso". Dal 14° Sec. in poi, il Passo Spluga diventa una delle più rotte più conosciute che collegavano la Germania meridionale alle pianure lombarde. Questo tratto è quello più ricco di sedimenti storici, ancora percorribili, ma anche quello che nelle giornate soleggiate può risultare anche quello più faticoso, con maggiore dislivello. Quindi armatevi di pazienza, e passo costante, per affrontare al meglio la giornata. Tipicamente il fine tappa avviene nel piccolo abitato di Montespluga, ma all'epoca del nostro viaggio tutte le strutture erano al completo, e quindi siamo stati affidati alle cure del Rifugio Stuetta 🏕. Il che è stato un vantaggio il giorno successivo perché avevamo già percorso l'impervio tratto lungo il lago, ed equilibrato la percorrenza delle tappe. Niente di trascendentale per carità, ma da percorrere con attenzione: meglio affrontarlo dopo essersi riposati al Bar dell'Albergo Vittoria.
Lasciato il rifugio Stuetta, si comincia a scendere a valle. Il momento topico della giornata si raggiunge attraversando la spettacolare Gola del Cardinello. Lungo questo stretto passaggio transitava una delle vie che anticamente collegavano Campodolcino al Passo dello Spluga, ed il tratto più impervio è stato in parte scolpito nella roccia e discende avventurosamente nei pittoreschi paesi della Valle San Giacomo. Conosciuto già in epoca romana, da sempre chi affrontava questo percorso andava incontro ad enormi pericoli, e non a caso la strada del Cardinello era considerata il tratto più pericoloso e famigerato dell'itinerario che transitava dal Passo dello Spluga.
Isola fornisce un valida scusa per ristorarsi, e per tirare un sospiro di sollievo prima di affrontare l'ultimo tratto che seguendo il torrente Liro ci porta fino a Campodolcino. Prima di arrivare in albergo, fermatevi al MUVIS, il Museo della Via Spluga, un ottimo spazio espositivo per imparare le tradizioni del territorio che stiamo attraversando. Arrivati all'albergo, l'Alps Oriental Wellness Hotel, scopriamo con piacere che ha anche un percorso SPA, che alla fine della quarta tappa non può che essere benvenuto: si rivelerà uno dei migliori percorsi SPA guidati mai fatti!
L'ultima tappa della Via Spluga porta da Campodolcino, attraverso la Valle San Giacomo, fino a Chiavenna. Il primo tratto passa veloce fino alla piana di Vho, poi la valle si restringe, ed il sentiero in qualche tratto, in corrispondenza di antichi smottamenti, è più scassato. Ideale per la sosta pranzo le Cascate dello Spluga 🌊, poco prima dell'abitato di San Giacomo Filippo 🕌. Il paese di Chiavenna, all'uscita dalle valli val San Giacomo e Val Bregaglia è poco più avanti, ed era considerato un importante punto di sosta sin dall'epoca romana. Dopo esservi riposati, non mancare la cena in uno dei tipici Crotti..🧀.
Noi ne abbiamo provati due, uno consigliato dall'autista della corriera appena arrivati il primo giorno, il Crotto al Prato, ed uno l'ultima sera, ispirati dal suo aspetto romantico, per chiudere in bellezza, il Crotto Ombra.
Visto che avevamo deciso di pernottare a Chiavenna, abbiamo posticipato al giorno dopo la visita del Palazzo Vertemate Franchi, a Piuro, da non mancare assolutamente. Conviene prenotarla, se non altro per concordare l'orario. Visto che state in zona, consigliamo anche di visitare le Cascate dell'Acquafraggia, prima di rientrare a casa, sicuramente stanchi ma con la mente colma di sensazioni ed emozioni indimenticabili.
Per chi non se la sentisse di intraprendere in autonomia un percorso del genere, esiste anche la possibilità di percorrere quasi tutte le tappe sfruttando il proprio camper come rifugio per la notte, ed usare le precisissime autolinee locali per tornare o raggiungere il punto di partenza lungo tutto il percorso: Cammino & Campeggio!